C’è un filo sottile che unisce tutti noi. Di questo ne sono profondamente convinta. Ognuno con la propria vita, il proprio ruolo, le proprie scelte.
La mia professione, quella di psicologa e psicoterapeuta, è stata una scelta consapevole, maturata qualche decennio fa e condivisa con entusiasmo con altri studenti sin dai primi anni di Università, a Padova.
Anni di studio intenso, di amicizie mai interrotte, di conversazioni interminabili in luoghi improbabili, non solo aule universitarie, su come volessimo “fare” gli psicologi, quali orientamenti teorici, quale pratica clinica. E soprattutto su cosa avremmo potuto offrire ai nostri pazienti.
Esercito la mia professione da un ventennio.
Ne è passato di tempo. Il tempo e l’esperienza mi hanno cambiata. Come tutti.
La passione e l’entusiasmo per quello che faccio sono gli stessi.
Le amicizie , quelle inossidabili, sono rimaste intatte.
Altre, piene di grazia, si sono aggiunte.
Amo sempre studiare e continuo a farlo. Con una curiosità diversa. Più pacata, più mirata.
Devo ringraziare per questo mio percorso ottimi docenti, in Università, nelle Scuole di Specializzazione e nei Master che ho frequentato.
Alcuni di loro sono dei mentori, ai quali devo molto della mia formazione teorica e pratica. I colleghi, italiani e non, con cui mi confronto. I miei pazienti.
Tutti. I primissimi pazienti con il Morbo di Parkinson, visti all’Ospedale Niguarda di Milano. Ho scelto di fare una tesi in Neuropsicologia sul rapporto fra olfatto e Morbo di Parkinson e così mi sono trovata dalle aule universitarie in un Centro Specialistico dove arrivavano pazienti, spesso relativamente giovani, a cui veniva diagnosticata una malattia, come tutte le degenerative, senza la possibilità di una cura definitivamente risolutiva.
Ho visto smarrimento e disperazione negli occhi di tante persone, trattenute dalla dignità e dal non voler spaventare i propri cari.
E ho capito che gentilezza e umanità non risolvono certamente il problema, ovvero la malattia, ma aiutano a comprenderla e a capire, insieme, come affrontarla. con tutta la forza e lo sforzo necessari.
Come dire, oltre la teoria e la tecnica, peraltro imprescindibili e necessarie, si può fare di più.
E poi: i pazienti oncologici, moltissimi, seguiti durante gli anni trascorsi lavorando in un reparto di Oncologia e nel day-hospital oncologico sono stati una fonte inesauribile di riflessione profonda e studio al servizio di percorsi, il loro e il mio, che si sono snodati attraverso difficoltà e tempi dettati dalla malattia oncologica.
Certamente questa è stata un’esperienza fra le più potenti che io abbia vissuto.
E tutti gli altri pazienti, incontrati in questi vent’anni, nei vari studi fra Lodi e Milano. ecco, li devo ringraziare, perchè con loro ho condiviso e condivido un percorso di crescita personale e professionale. e quando avviene il cambiamento, che è la ragione e il motore del mio fare, è come una folata di vento fresco. spiazzante e rigenerante. Per loro, innanzitutto, e per me. Che li accompagno. E’ un circolo virtuoso che si autoalimenta. E’ un filo sottile che ci unisce. E di tutto questo sono profondamente grata.

Abstract CV Mariateresa Zeni:
1999: Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità , Università degli Studi di Padova
2000: Perfezionamento in Psicologia Giuridica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
2006: Diploma quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia Ipnotica, A.M.I.S.I. (Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi).
2007-oggi: C.T.U. Consulente Tecnico d’Ufficio presso il Tribunale di Lodi.
2008-2011: Consulente in Psicoterapia e Ipnosi presso il Reparto di Oncologia, Ospedale Maggiore di Lodi.
2001-2021 : N. di ore di attività clinica effettuate, oltre 18.000 (al 31-12-2020: 18.836)
Membro dell’ American Psychological Association, Div. 10 The Society for the Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts.
Socio di SIPSIOL, Società Italiana di Psicologia On Line