Psicoterapia On-Line

Durante il primo lockdown del 2020, la nostra comunità di psicologi e psicoterapeuti si è trovata ad utilizzare la psicoterapia online in modo preferenziale e, in alcuni momenti, esclusivo.

Questo è avvenuto, anche per quello che mi riguarda, sia con pazienti che avevano già in essere un percorso in presenza prima dell’inizio della pandemia, sia con pazienti che hanno iniziato un percorso online.

Naturalmente, sono stati gli Ordini degli Psicologi Regionali e Nazionali a stabilire le linee guida per lavorare in sicurezza dal punto di vista deontologico e informatico.

Ma la differenza sostanziale l’ha fatta l’arrivo di questa pandemia, creando un “prima” e un “dopo” per la psicoterapia da remoto.

Prima i pazienti sceglievano la modalità online in alcune circostanze particolari: viaggi di lavoro, periodi all’estero, malattia, la nascita di un bambino che richiede alle donne una presenza pressocchè costante, un incidente automobilistico che impone una mobilità limitata ecc. chi preferiva rivolgersi a professionisti lontani geograficamente dalla zona di residenza abituale.

Durante la prima ondata della pandemia, sono aumentati i livelli di ansia e di alterazione del tono dell’umore nella popolazione. Come è normale che sia in una circostanza fuori dall’ordinario e che può generare angoscia profonda.

Dunque, la richiesta dell’utilizzo della modalità online è arrivata dai pazienti stessi.

Dopo, e a mio parere siamo in questa fase, a distanza di un anno e mezzo dall’inizio di tutto, la psicoterapia online ha acquisito uno spazio suo.

La domanda che insieme a tutta la comunità scientifica mi sono posta riguarda l’efficacia della psicoterapia online.

I pazienti, all’inizio, mi chiedevano: “Ma funziona? Anche se non vengo in studio? “

Cercherò di rispondere a questa domanda nel modo che i miei pazienti conoscono: chiaro e diretto.

La psicoterapia online funziona molto bene perché prima di iniziarla conduco, insieme al paziente, una valutazione accurata dei suoi bisogni ed esigenze e della qualità e spessore delle risposte raggiungibili attraverso un percorso da remoto.

E, nel caso in cui mi renda conto della possibilità di scarsa efficacia o persino di un insuccesso terapeutico, non esito a comunicarlo apertamente. Come è già accaduto.

Il rispetto e il massimo bene dei miei pazienti costituiscono una regola aurea che ha la precedenza su tutto.

Vediamo ora, brevemente, cosa ci dicono gli studi scientifici sull’efficacia della psicoterapia da remoto.

Sono ormai numerosi gli studi condotti sull’argomento.

Uno fra i più autorevoli (Barak et al, 2008; Andersson et al., 2012, 2014) conferma l’efficacia della psicoterapia da remoto per diverse condizioni psicopatologiche come disturbi di ansia e disturbi dell’umore.

Un altro (Andrews et al., 2010), sottolinea come i risultati terapeutici raggiunti siano equivalenti rispetto alle terapie in presenza anche a distanza di 36 mesi e, infine, a 5 anni dopo la conclusione del percorso (Hedman et al, 2011).

In Italia, in tempi non sospetti (2002), il Prof. Umberto Galimberti in un articolo assimilava il display alla grata di un confessionale.

Evidenziando come la comunicazione potesse attuarsi in una estrema “vicinanza” dei volti allo schermo.

In effetti, chi svolge questa professione sa bene che la possibilità di vedere il volto del paziente così da vicino non è possibile in studio.

E, in tal modo, si rischia di perdere buona parte delle micro espressioni facciali che tanto ci raccontano dei nostri pazienti,dei loro vissuti, delle loro risorse.

In studio, indossiamo ormai tutti la mascherina, psicoterapeuti e pazienti. Questo è un limite non banale, mai abbastanza sottolineato.

Inoltre, la distanza fisica nelle sedute online, allenta le difese, consce ed inconsce.

Pertanto, vi è una naturale tendenza da parte dei pazienti ad esprimersi di più, con più forza e più liberamente

Se anche, come tutti ci auguriamo, questo virus dovesse scomparire all’istante, la modalità online per la psicoterapia ma anche in contesti lavorativi e ricreativi, rimarrebbe.

Bisogna saperla utilizzare correttamente e nel migliore dei modi, laddove possibile.

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