E’ tempo di vacanze. Quelle vacanze estive che ogni anno tutti noi desideriamo.
Quest’anno, più ancora dello scorso, saranno diverse.
Perchè dopo un anno e mezzo dall’inizio del tutto, di questa pandemia, c’è un clima diverso intorno a noi.
E non mi riferisco al clima atmosferico.
E perché anche noi siamo cambiati. Inevitabilmente.
Tuttavia, sono proprio di questi giorni le notizie incoraggianti di virologi autorevoli che, dati alla mano, ci invitano ad una maggiore tranquillità.
La cautela, la prudenza, sempre. Seguendo le misure di sicurezza: igienizzare spesso le mani, indossare la mascherina in luoghi chiusi, rispettare la distanza di un metro.
A proposito di questa ultima e fondamentale misura, vorrei soffermarmi brevemente sulla scelta linguistica fatta per indicarla: distanziamento sociale.
In effetti, tale espressione allude ad una sorta di distanziamento da relazioni e questo è antitetico la natura sociale tipica di noi esseri umani.
Tanto che alcune psicopatologie di grave entità hanno un esordio che si caratterizza proprio per una certa e progressiva distanza sociale, ritiro sociale, che la persona mette in atto.
Non è qualcosa di nuovo, lo disse Aristotele: l’uomo è un animale sociale.
E l’hanno teorizzato, scritto, verificato tramite esperimenti sociali, etologi e psicologi fra i più eminenti (Konrad Lorenz, Bowlby, Spitz, solo per citarne alcuni)
L’uomo (inteso come genere umano) viene concepito all’interno di una relazione e quando viene alla luce si trova già coinvolto in un’intensa relazione (simbiotica) con la propria madre. Dal quinto mese di gravidanza, il bambino è in grado di riconoscere la voce del papà.
La capacità di stare in una relazione, di costruirla giorno per giorno, di viverla pienamente è indicativa di una certa e buona salute mentale.
Mi è sembrato opportuno specificare questa particolare nomenclatura.
Bisogna SEMPRE tenere a mente che le parole sono importanti perché definiscono la realtà.
Ciò detto, il distanziamento di un metro è importante mantenerlo. Per la sicurezza nostra e degli altri.
PERO’ il piacere profondo di una bella vacanza dobbiamo concedercelo.
Pensiamo di meritarla o no?
Questa non è una domanda retorica. Non è mia abitudine farne.
Provate a rispondere onestamente a questa domanda e a riflettere.
La risposta sarà indicativa dell’opinione che avete di voi stessi.
La domanda che invece mi è stata posta più frequentemente dai pazienti in quest’ultimo periodo è la seguente:
“Come fare in un momento come questo, di sofferenza e limitazioni globali, ad andare in vacanza e riuscire a divertirsi, a stare bene?”.
Poichè non posso conoscere le storie personali, i bisogni e i conflitti, i desideri di chi legge questo articolo, cercherò di scrivere per punti, in modo sintetico e quindi non esaustivo, alcuni suggerimenti.
- Staccare il più possibile da televisioni, da cellulari, portatili ecc, utilizzandoli solo quando ci sono utili per rimanere in contatto con le persone care.
- Essere informati su quanto accade intorno a noi e nel mondo è semplice: è sufficiente una mezz’ora al giorno attraverso la lettura delle notizie sul cellulare o sul pc. La rete ci offre tutte le informazioni possibili, è sufficiente cercarle affidandosi a fonti attendibili o che riteniamo tali.
Cerchiamo, al di là delle notizie che apprenderemo, di mantenere il nostro focus su noi stessi e le persone che sono con noi.
- A questo proposito: godere della compagnia della/e persone con la/le quali siamo in vacanza.
- Con la famiglia, i bambini, gli amici, il partner ma anche con i parenti, che vivono nel vostro luogo d’origine, con i quali vi ritrovate solo qualche volta all’ anno.
- Fare progetti per la ripresa dopo le vacanze è di fondamentale importanza: che sia la ricerca di benessere psicofisico (ad es., la solita, classica dieta da iniziare a settembre, attività fisica all’aperto o palestra e piscina), di un corso che aumenti la nostra conoscenza o dedicato ai nostri hobby preferiti oppure accarezzare l’idea di cambiare lavoro, cambiare casa o entrambi.
Essere progettuali significa essere “vivi” emotivamente, significa essere alla ricerca della migliore versione di noi stessi. Significa anche andare e vedere oltre l’apparente e quotidiano caos in cui ci troviamo coinvolti, nostro malgrado.
- Rinforzare le relazioni con le persone care: il bisogno di appartenenza, che nella famosa Piramide dei bisogni di Maslow si trova al terzo posto, dopo i bisogni primari e quelli relativi alla sicurezza, riveste un ruolo importante per il nostro equilibrio e il nostro benessere psicofisico.
- Non isolarsi, non lasciarsi prendere dalla paura di fronte a tutto quello che sta accadendo… parlare, confrontarsi, in un dialogo costante e sereno con le persone care, vicine o lontane che siano. La tecnologia ci aiuta a sentirci vicini anche se geograficamente non lo siamo.
- Leggere: l’ultimo romanzo dell’autore preferito oppure qualcosa di assolutamente leggero ed estivo. Leggere è un modo diverso per pensare a se stessi.
E, se ne aveste il desiderio, leggere libri che, come sono solita dire, ci aiutano a crescere, a pensare in modo autonomo e critico, ad avere uno sguardo lucido su noi stessi, gli altri, il mondo e la società che ci circonda.
Ce ne sono tanti, di questi libri. E molti sono davvero strumenti validi di auto-aiuto e crescita personale.
– Essere curiosi: alimentare la curiosità di scoprire cose nuove, di conoscere persone nuove. Questa pandemia ha richiesto e richiede, in luoghi chiusi, l’obbligo di indossare la mascherina.
Perfetto.
Ciò detto, però, bisogna ricordarsi che non dobbiamo chiuderci, indossando una sorta di mascherina mentale. Possiamo comunque conoscere persone nuove in vacanza (come è sempre stato del resto): i vicini di ombrellone al mare, quelli che pranzano al tavolo accanto al nostro in un rifugio in montagna, quelli che incontriamo nella hall di un hotel e a bordo piscina, i vicini di campeggio… L’incontro con l’Altro da noi richiede curiosità. E quindi parlarsi, conoscersi significa essere curiosi e interessati agli altri, confrontarsi, sorridere, ridere, raccontare sciocchezze o parlare di cose importanti.
Andare verso gli altri…e riscoprire questa gioia che tanto ci è mancata.
Infine, buone vacanze a tutti!
Vedi anche: terapia online